Negli ultimi anni, le aziende hanno manifestato sempre più l’esigenza di installare, per ragioni di sicurezza, sistemi di videosorveglianza all’interno dei luoghi di lavoro: sistemi in grado di inquadrare determinate aree della struttura e costituire, quindi, un deterrente per frodi interne, compiute spesso da dipendenti o collaboratori infedeli, violazioni, intrusioni e furti.

È evidente che la richiesta delle aziende è motivata dall’aumento di tali comportamenti fraudolenti e non certo dall’ intento di controllare il lavoro dei propri dipendenti, peraltro vietato da L 300/1970, e nello specifico dall’articolo 4 che fa divieto di installare impianti audiovisivi e altre apparecchiature atte al controllo a distanza del personale dipendente; articolo pienamente recepito anche dalla normativa sulla privacy (D.Lgs n.196/2003).

La situazione è, però, alquanto cambiata: l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/70) è stato modificato dall’articolo 23 del Decreto Legislativo del 14 settembre 2015 n. 151, attuativo del Jobs Act, che consente l’utilizzo di telecamere nascoste, ma solo ed esclusivamente per “esigenze organizzativo-produttive, per la sicurezza sul lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale”; pertanto solo se il datore di lavoro ha il fondato sospetto, supportato da risconti oggettivi, che vi sia un’attività illecita da parte di uno o più dipendenti, può installarle all’interno della propria azienda.

Le modifiche apportate dal Jobs Act ovviamente, continuano a considerare la tutela della riservatezza dei lavoratori un elemento imprescindibile, ma consentono al datore di lavoro “controlli difensivi” del patrimonio dell’azienda e non ne vietano l’utilizzo come strumento per adire alle vie legali per contestazioni disciplinari o licenziamenti per giusta causa, anche attraverso la produzione delle prove così ottenute in sede giudiziale.
Le telecamere, ovviamente, devono essere istallate solo per il tempo indispensabile a raccogliere le prove del comportamento fraudolento e devono garantire la tutela di tutti gli altri lavoratori che, nello svolgimento dell’attività lavorativa, dovessero essere inquadrati dalle telecamere.

Per poter ottenere eventuali prove degli illeciti e tutelare contemporaneamente gli altri lavoratori sarà indispensabile un lavoro di montaggio molto accurato, che può essere svolto solo da professionisti seri ed esperti; pertanto il datore di lavoro potrà affidarsi per l’istallazione, il monitoraggio ed il controllo delle telecamere alla G.I.P. GIANNINI INVESTIGAZIONI PRIVATE, agenzia investigativa a Napoli, munita di autorizzazione Prefettizia e delle apparecchiature necessarie con tecnici specializzati che agirà sempre nel rispetto delle leggi rispettando il principio di pertinenza e non eccedenza delle prove rispetto alle finalità dell’indagine, oltre a consegnare la relazione di indagine elemento necessario per poter far valere e difendere il proprio diritto in sede giudiziaria.

rubrica a cura di w.s.

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