Un celebre cantautore diceva: “Non sono turbato perché mi hai tradito, ma perché non potrò più fidarmi di te!” (J. Morrison). Il tradimento, come noto è un gesto di profonda aggressività che mina la fiducia nella relazione e getta un marchio di disonestà ed inaffidabilità profonda su chi tradisce. Universalmente considerato come atto miserevole ed inaccettabile dai tempi del ben noto “Giuda”, suscita sentimenti di protezione, giustizia e rivalsa nei confronti della persona tradita.

Le conseguenze drammatiche di questo gesto, sono al pari di un lutto inaspettato, che stravolge l’equilibrio del singolo e del sistema ad esso appartenente e, in effetti, sancisce per sempre la fine di quella relazione, di quel rapporto. Qualsiasi sia l’equilibrio che successivamente si potrà ristabilire, ci si confronta con il momento luttuoso in cui si ha a che fare con la fine di quel legame.

Scoprire un tradimento ed averne la certezza nella maggior parte dei casi viene vissuto come un punto di arrivo, invece può essere un punto di partenza per gestire al meglio un momento difficile della propria vita, per conoscersi profondamente e per auspicare in una relazione futura migliore perché più consapevole.

Carotenuto (“Amare e Tradire”, 1996) afferma che “a ben vedere il tradito non è solo la vittima; è colui che chiude gli occhi e che demanda all’altro la responsabilità.” Il termine tradimento infatti, deriva dal latino tradere, che significa “dare, affidare, consegnare”. Tradire è “consegnare” all’altro un nuovo bagaglio fatto di sensi di inadeguatezza, vergogna, frustrazione, umiliazione, solitudine, rabbia, ansia.

Chiedere il sostegno della G.I.P. Giannini Investigazioni Private, può voler dire avere la certezza di essere stati traditi è ricevere un bagaglio di prove, dolorose, scomode da gestire, che talvolta spaventa troppo.

Ma è possibile accettare, superare, un dolore così profondo e segnato così fortemente da sentimenti travolgenti? SI! Sempre, se si è disposti ad aprirsi al confronto, ad utilizzare le prove ricevute come una risorsa e non come “la fine”. È possibile superarlo, se c’è la capacità di elaborare quanto accaduto come parte della nostra esistenza insieme. Lo si può superare sempre, se si arriva a non sentire più che tra le mani si ha una prova dolorosa da nascondere in un cassetto che non va aperto, ma che si può gestire come punto di partenza per migliorare una relazione che era ormai persa.

Francesca Cimmino
Psicoterapeuta Sistemico-Familiare
www.studiomedicopetrarca.it

Bibliografia

  • Bauman Z. (2003), Amore liquido, Edizione Laterza, Bari;
  • Carotenuto A. (1991), Amare Tradire, Bompiani;
  • Galimberti U.(2005), Le cose dell’amore, Feltrinelli;